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Sciopero del trasporto pubblico locale. Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato di USB Lavoro Privato, Trasporto Pubblico Locale

Lunedì 3 febbraio si è chiusa con esito negativo la prima fase di raffreddamento e conciliazione con le associazioni datoriali del settore. Completa chiusura delle associazioni datoriali, ASSTRA – ANAV ed AGENS, all’apertura di un tavolo di confronto nel merito della piattaforma di rinnovo del CCNL nel Trasporto Pubblico Locale presentata dall’Unione Sindacale di Base, Lavoro privato. Una chiusura che non lascia sperare in una proficua mediazione neanche sul tavolo ministeriale, visto che le associazioni datoriali si scelgono formalmente, ancora una volta, comodi interlocutori che storicamente si prestano a sottoscrivere contratti già stilati dalle controparti con le consuete ricadute sulle spalle dei lavoratori. L’Unione Sindacale di Base vuole rimettere al centro la qualità della mobilità cittadina e la qualità del lavoro; rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore.

Una proposta contrattuale sicuramente in controtendenza attraverso la quale, punto per punto, ha esposto ed approfondito il percorso per raggiungere gradualmente obiettivi irrinunciabili:

  • superare la divisione esistente tra aziende pubbliche e private, applicando le norme a maggior favore per i lavoratori ed uniformando i trattamenti contrattuali;
  • reinternalizzare le attività esternalizzate con relativo assorbimento dei lavoratori attualmente impegnati;
  • diritto dei lavoratori ad eleggere in modo diretto i propri rappresentanti della sicurezza svincolando essi dall’essere obbligatoriamente RSU;
  • riconoscimento del posto guida e/o di condotta quale posto di lavoro ai sensi e per gli effetti di tutela previste dal D. Lgs. 81/2008;
  • completa rivisitazione della scala parametrale riposizionando le retribuzioni verso l’alto;
  • totale revisione dell’ A.N. 19.09.2005 sulla malattia;
  • riconoscimento delle malattie professionali;
  • maggior tutela per il personale inidoneo;
  • maggiori tutele per i portatori di handicap e totale rivisitazione delle modalità di richiesta permessi ex 104 riconsegnando tale diritto nelle mani del lavoratore saggiandolo dalle esigenze di servizio;
  • riconoscimento delle 35 ore di corso per il rinnovo del CQC come orario di lavoro e, come tale, retribuito;
  • applicazione delle salvaguardie previste dallo statuto dei lavoratori e armonizzazione con il R.D. 08.01.1931 nel merito dell’applicazione del codice disciplinare;
  • completa rivisitazione nel merito del risarcimento danni; costituzione di una copertura assicurativa e legale a carico delle aziende;
  • rendere totalmente volontaria l’adesione a qualsiasi forma di welfare aziendale compresa l’adesione al Fondo Priamo;
  • rivisitazione delle norme per le elezioni delle Rsu dando pari dignità a tutte le OO.SS. che intendono partecipare;
  • riconoscimento della professionalità per il personale di guida o di condotta in possesso di CQC fin dal momento dell’assunzione impedendo l’utilizzo di contratti in apprendistato e apprendistato professionalizzante;
  • contratti a part time esclusivamente in forma volontaria;
  • riduzione graduale dell’orario di lavoro fino ad arrivare alla media di 35 ore settimanali aumentando in proporzione la quantità di riposi annui;
  • rivisitazione di tutte le voci che compongono la retribuzione al fine di migliorarne i meccanismi di recupero salariale.
sciopero del trasporto pubblico locale

È necessario che tutti i lavoratori comprendano e condividano la necessità di intervenire per modificare l’assurda logica con la quale si vogliono affrontare le complesse problematiche del Trasporto Pubblico Locale; aziende ed istituzioni continuano esclusivamente a sollevare la problematica dei costi, risparmiando attraverso i tagli al servizio senza minimamente considerare quanto questo incida negativamente sulle reali esigenze del territorio ed esigendo, inoltre, sempre maggiore carichi di lavoro senza porsi il problema delle ricadute nei confronti delle condizioni di lavoro imposte. Un ossessionante e vizioso criterio che, pur inneggiando al risparmio, vede bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato (quando pagato) garantendosi però profumati profitti. È arrivato il momento di scrollarsi da dosso quel torpore che induce tutti i lavoratori a sentirsi impotenti, a pensare che se le cose stanno così significa che così debbono essere, che qualcuno sta decidendo per noi e speriamo bene, che c’è chi sottoscrive accordi e contratti e come lavoratori possiamo solo subirne le conseguenze… Un ennesimo contratto a perdere, causerà il proseguimento del processo di impoverimento avviato diversi anni fa, con l’assurda logica di colpevolizzare i salari dei lavoratori alle crisi finanziarie di governi, aziende e servizi pubblici. Basta con la concertazione sui contratti nazionali costruiti su linee guida consigliati dalla controparte datoriale che si ripercuotono inesorabilmente sulla contrattazione di secondo livello territoriale, facendo perdere continua fiducia a chi rappresenta il sindacato nei luoghi di lavoro e conseguente pericolosa rassegnazione di lavoratrici e lavoratori. Ebbene no, questo dipende da ognuno di noi e se tutti insieme “alziamo la testa” saremo veramente più forti.

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