“Un cuore di autobus”, un segno di vita e di speranza
Un cuore di Autobus. Di Gianluca Celentano (conducente bus) Ieri, 17 novembre. Lombardia. 89 torpedoni con i loro affezionati conducenti. Imprese e autisti del settore bus turistici hanno voluto trasmettere un pacifico segnale di speranza. Segnale per quelle istituzioni sorde verso le problematiche del comparto privato bus. Ma anche immobili dinnanzi alle offerte avanzate già […]
Un cuore di Autobus. Di Gianluca Celentano (conducente bus)
Ieri, 17 novembre. Lombardia. 89 torpedoni con i loro affezionati conducenti. Imprese e autisti del settore bus turistici hanno voluto trasmettere un pacifico segnale di speranza. Segnale per quelle istituzioni sorde verso le problematiche del comparto privato bus. Ma anche immobili dinnanzi alle offerte avanzate già a luglio dalle varie associazioni di categoria circa l’impiego come supporto nel trasporto locale.
Una soluzione ovvia contro il sovraffollamento.
Alle 7.30 presso una delle mete più gettonate dagli autobus del turismo, il parco di Leolandia a Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, gli organizzatori Patrick Pauletti, Mirko Moretti e Michele Zambetti, imprenditori e autisti di note società, si sono dati appuntamento nel grande parcheggio con i colleghi provenienti da tutta la regione. Un’iniziativa patrocinata dalla Provincia di Bergamo, un segno di vicinanza verso le famiglie che hanno perso i loro cari durante la crisi sanitaria.
«Tanto il settore dei parchi divertimento quanto quello dei bus turistici sono stati fortemente penalizzati da questa crisi. Sono stati spesso dimenticati dalle istituzioni, che non hanno previsto adeguate misure di sostegno e ristoro. Il risultato è che in entrambi i comparti le perdite arrivano all’80% del fatturato – ha commentato il Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia, Giuseppe Ira – Il nostro messaggio di speranza è quindi rivolto anche a tutti gli imprenditori e ai lavoratori che, dopo anni di impegno e di passione, hanno visto crollare i propri ricavi, con l’augurio che si possa tornare presto alla serenità. Una serenità che dipenderà anche e soprattutto dalle risposte concrete che il Governo saprà dare al sistema produttivo del Paese».
Autobus turistici, il cuore vuole battere
Senza prove generali ma solo grazie alla forma mentis razionale degli autisti, acquisita con anni di manovre e una piccola piantina, 89 autobus hanno dato forma a un cuore che non vuole smettere di battere.
Un messaggio toccante di grande impatto mediatico lanciato dagli autisti di pullman. Oggi, con troppa facilità, ci si dimentica della loro utilità quando si scende da un bus, oltre a non essere ascoltati come dovrebbero. La rappresentazione di Leolandia potrebbe fare scuola perché arriva proprio li, al cuore.
Sono migliaia i conducenti in cassa integrazione e gli inattivi nonostante le imprese del turismo abbiano investito massicciamente per garantire distanziamento, sicurezza e sanificazione. La porta si è chiusa in faccia alle società dove si registrano già delle dolorose chiusure definitive in ambito nazionale.
La passione, la competenza e la voglia di tornare a vivere è incontenibile, e gli autisti si sentono senza motivo come dei leoni in gabbia. Se fai l’autista, difficilmente troverai soddisfazione dietro a una scrivania o in altri mestieri (ammesso che ci siano) perché questo è un mestiere che serve e che rispetta l’ambiente, riduce il traffico garantendo la sicurezza dei suoi passeggeri.
I gruppi mediatici da ieri non parlano di altro dopo l’evento “Un cuore di autobus”, e da ogni commento si evince la speranza che quanto prima avvenga un cambio di rotta.
Anch’io con dolore, mi trovo fuori dal lavoro e senza risposte come tanti colleghi – non sapete quanto mi manca il volante – ma l’unico conforto non è arrivato dalla politica, bensì da questa iniziativa e unità di settore per la quale mi sento in dovere di far arrivare agli organizzatori e amici il mio sentimento: “Grazie di CUORE colleghi!”