Trasporto scolastico, a settembre le imprese saranno già morte. La lettera di CNA FITA
Riceviamo e pubblichiamo la lettera proveniente da Riccardo Bolelli, portavoce nazionale della CNA FITA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa). Buongiorno, come Portavoce nazionale CNA FITA Trasporto persone bus, debbo far presente quanto sta avvenendo in questi giorni: Dopo l’emergenza COVID 19 furono chiuse le scuole per il periodo 5 / 15 […]
Riceviamo e pubblichiamo la lettera proveniente da Riccardo Bolelli, portavoce nazionale della CNA FITA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa).
Buongiorno,
come Portavoce nazionale CNA FITA Trasporto persone bus, debbo far presente quanto sta avvenendo in questi giorni:
Dopo l’emergenza COVID 19 furono chiuse le scuole per il periodo 5 / 15 marzo, senza per altro comunicare alle aziende di Trasporto scolastico, e a gli operatori mense e sporzionamento, o i semplici accompagnatori, quanto questo periodo sarebbe durato, e se sarebbe stato corrisposto il dovuto, per intero, in parte, o per nulla.
Da quel momento è iniziato il giochino delle proroghe di 10 giorni in giorni fino alla proclamazione del lockdown da quel giorno i Comuni si sono affrettati ad inviarci la comunicazione della sospensione dei contratti con relativi verbali che nel migliore dei casi vedeva offrirci di recuperare i tre mesi persi allo scadere dell’appalto.
Ovviamente nell’articolo 48 del decreto cura Italia si parlava che durante la sospensione del servizio educativi e scolastici o di persone con disabilità, laddove disposta con ordinanza regionale o altri provvedimenti considerata l’emergenza di protezione civile il personale impiegato in questi servizi poteva essere destinato ad altra mansione socialmente utile alla popolazione oppure alle aziende poteva venire riconosciuto l’intero importo dei contratti o parte di essi.
Ovviamente all’articolo 48 mancando la parola ‘trasporti scolastici’ i Comuni si sono in gran parte affrettati a comunicarci che nulla ci era dovuto, giustizia pareva fatta con l’articolo 92 al comma 4bis dove ci riconoscevano assieme al trasporto pubblico di linea le spettanze negozialmente previste, senza decurtazioni di corrispettivo, né sanzioni e/o penali in ragione delle minori corse effettuate e/o delle minori percorrenze realizzate a decorrere dal 23 febbraio 2020.
Da lì (che francamente ci sembrava anche ‘troppa grazia’) nella bozza del nuovo decreto siamo ritornati a zero dove il governo con il più classico sberleffo del ‘me ne frego’ ha riconosciuto soldi a pioggia per Alitalia, compagnie marittime, e aziende di trasporto pubblico municipalizzate trovando soldi per bici, auto elettriche e monopattini ma nulla per il comparto del trasporto scolastico il quale però sta a loro tanto a cuore, come ha detto il sottosegretario Margiotta, ma per noi non ci sono fondi quindi verranno studiate non meglio precisate misure in futuro ma anche lì non si sa quando.
Nel frattempo a settembre le scuole inesorabilmente riapriranno i battenti e molte, moltissime aziende delle nostre non ci saranno più e quelle poche che ancora saranno in piedi faticheranno non poco visto che si troveranno a dover provvedere immediatamente al pagamento delle tasse, dei leasing e dei contributi previdenziali momentaneamente sospesi, con le casse completamente vuote e a ricominciare un servizio che nel migliore dei casi inizierà ad essere incassato a dicembre 2020 o addirittura a gennaio 2021.
Sarà bene quindi che il Presidente dell’Anci e il Ministro della Istruzione e Ricerca Universitaria si pongano il problema di come portare gli alunni nelle scuole visto che di aziende aperte ne saranno rimaste poche in seguito a mesi di totale inattività che hanno fiaccato le risorse delle imprese e sicuramente per farci ripartire non saranno necessari e sufficienti i funambolici ‘prestiticchi’ garantiti dallo stato che il Governo propugna a destra e a manca, purtroppo nel momento in cui serviva una politica seria il Governo ha preferito rifinanziare le solite aziende di stato, che ovviamente nel giro di qualche mese risanno rantolanti e uccidere le aziende private. Di questo prendiamo atto e ringraziamo il Presidente del Consiglio.
Il Portavoce Nazionale della CNA FITA trasporto persone bus Riccardo Bolelli