Simet, il futuro di chi ha una lunga storia
«Abbiamo deciso di acquistare questi autobus, che per la verità non conoscevamo bene, e li abbiamo inseriti nella nostra flotta senza nessuna permuta. Non posso nascondere la sorpresa dei nostri collaboratori, soliti utilizzare autobus del gruppo Evobus. Il primo impatto è stato all’insegna della diffidenza, ma poi la qualità Van Hool ha conquistato tutti». Quali […]
«Abbiamo deciso di acquistare questi autobus, che per la verità non conoscevamo bene, e li abbiamo inseriti nella nostra flotta senza nessuna permuta. Non posso nascondere la sorpresa dei nostri collaboratori, soliti utilizzare autobus del gruppo Evobus. Il primo impatto è stato all’insegna della diffidenza, ma poi la qualità Van Hool ha conquistato tutti». Quali tratte saranno chiamati a coprire? «Crotone-Milano, Crotone-Torino e tutte le direttrici del nord-est e del nord-ovest». È un Gerardo Smurra entusiasta quello che incontriamo in Calabria, la sua terra, casa sua. Lo incontriamo pochi giorni dopo la consegna dei quattro Van Hool Astromega da 14 metri mossi dal sei cilindri Daf da 510 cavalli. Un quartetto che va ad arricchire la flotta di uno dei protagonisti del settore. La Simet, infatti, collega ogni giorno più di 90 città e percorre circa 300mila chilometri/macchina ogni anno. La media giornaliera per autobus è di circa 800 chilometri per una azienda che ogni anni ‘macina’ 15 milioni di chilometri coprendo tutta l’Italia e arrivando sino in Germania. Nel 2015, infatti, la Simet ha trasportato 320mila passeggeri e il trend del 2016 è in aumento. L’azienda serve 120 città italiane più altre 15 tedesche.
Il parco macchine targato Simet è particolarmente giovane. Solo il 5 per cento degli autobus ha una motorizzazione Euro IV mentre la restante parte è in Euro V ed Euro VI. «Sostituiamo gli autobus ogni 4 anni, abbiamo una visione industriale e gli investimenti in tecnologia sono di primaria importanza per noi». Il Gruppo guidato dalla famiglia Smurra è composto da due società e opera con una flotta di circa 100 autobus. Oltre alla già citata Simet il gruppo conta al suo interno anche l’Autoservizi Pasqualini di Verona. «La Pasqualini è una bella realtà», continua Gerardo Smurra, «che ha un ottimo rapporto con l’Atv di Verona, un grande gruppo da 1.000 dipendenti. Sempre come Simet siamo presenti anche a Roma nel settore del turismo».
Il gruppo Simet è una realtà importante nel settore della linea a lungo raggio. «Sa una cosa? Questi gruppi stranieri che sono arrivati nel nostro Paese non hanno inventato nulla. Mio padre inaugurò la prima linea, la Cosenza-Napoli, il 25 maggio 1958. Un’iniziativa che all’epoca fu bollata dai più come ‘una pazzia’, si figuri. Nel 1965 abbiamo collegato Cosenza a Roma e poi dal 1972 la nostra rete si è allargata sempre di più. Su queste tratte operavamo noi in Calabria e la Marozzi in Puglia. Oggi c’è una grande confusione». Scusi ma lei è contrario alla liberalizzazione? «Assolutamente no. Noi siamo per la liberalizzazione ma regolata, non come quella in atto nel nostro Paese. Ma le ha viste le tariffe che girano? Come è possibile garantire sicurezza e qualità?».
Anche la Simet, comunque, ha puntato il dito sul marketing proponendo tariffe interessanti «ma senza mai pregiudicare la qualità e la sicurezza. Siamo riusciti a mantenere le nostre posizioni, anzi abbiamo rilanciato. E per questo vorrei ringraziare la dott.ssa Mariella De Florio, Amministratore delegato della Simet spa, e Daniele, mio figlio, che hanno fatto un ottimo lavoro». Tutto questo in un anno importante per la vostra società, non è vero? «Sì, quest’anno festeggiamo i 70 anni. Non i miei, ma quelli dell’azienda, s’intende! Ad avviare l’attività fu mio padre nel dopo la guerra. In questo anniversario vorrei ricordare anche Ugo Stefanelli della fu Siamic di Bologna nonché concessionario Fiat. Lui ha creduto in noi e ci ha sostenuto negli Anni 60». Chiudiamo con una battuta. Che cosa chiede al prossimo presidente Anav? «Noi come sa, non siamo più associati. Dopo 50 anni, con molto rammarico, siamo usciti da Anav. Comunque, se mi è permesso chiederei la revisione della 285 e l’apertura al mercato del tpl. È necessario, secondo noi, cancellare le sovrapposizioni tra i servizi regionali e interregionali che insistono sulle stesse tratte. E poi, e qui parlo alle istituzioni: è necessario un controllo più stretto del servizio erogati con i soldi pubblici. Noi siamo interessati al settore tpl. Si figuri che la prima gara a cui abbiamo partecipato è stata quella di Gorizia, nel 1998. Vinse Autoguidovie. In quell’occasione conobbi Renato». Mazzoncini, per l’appunto.