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Si chiama “esterovestizione”, ed è lo stratagemma a cui molte aziende ricorrono per aggirare il fisco italiano. È il caso di una ditta di trasporti di Cavriglia, che ha visto l’intervento della Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno, nei pressi di Arezzo, per evasione fiscale.

L’azienda aveva sede in Bulgaria ma centro direzionale in Valdarno, da cui faceva  affari con bus, minibus e auto. La ditta, che risultava artificiosamente bulgara, di fatto operava in Italia, e a tutti gli effetti doveva riferirsi all’Erario italiano. Per questo sono scattati i sequestri delle fiamme gialle, guidate dal capitano Ubaldo Collu.

arezzo evasione fiscale

Arezzo, evasione fiscale per oltre due milioni

Il decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Arezzo per evasione fiscale ed eseguito dalla GdF, ha un valore di oltre 2,1 milioni di euro sui 20 rilevati dall’indagine.

Sono stati bloccati beni mobili e immobili (conti correnti, auto, case) riconducibili ai due fratelli titolari della società di diritto estero. Ricondotta, tempestivamente, sotto la tassazione del Fisco italiano.

Dalle indagini della Finanza contro gli illeciti, emerge che la società aveva sede dichiarata a Sofia. Il centro direzionale agiva tuttavia nel Valdarno, come parte di un importante gruppo d’imprese attive nel settore dei trasporti in Paesi europei. La ricostruzione documentale, svolta grazie ad indagini bancarie e un raccordo investigativo con gli organi collaterali esteri, ha permesso di classificare la società bulgara come “esterovestita”. Letteralmente, una realtà solo formalmente ubicata all’estero per motivi di risparmio fiscale, risultata priva di organizzazione e autonomia gestionale per lo svolgimento dell’attività commerciale dichiarata.

I principali indagati sono risultati gli amministratori della società estera, 60 e 66 anni. I due sono stati denunciati all’autorità giudiziaria aretina per reati fiscali.

Evasione nel mondo dei trasporti

Le attività ispettive hanno portato a ricondurre a tassazione in Italia redditi per oltre 22,6 milioni nell’arco di quattro anni, con un’evasione dell’Iva per 4 milioni di euro.

L’operazione di sequestro ad Arezzo per evasione fiscale rientra tra quelle condotte a contrasto degli illeciti contro il fisco con proiezioni internazionali. Si tratta infatti degli illeciti più insidiosi per l’Erario, poiché realizzano una concorrenza sleale, a danno dei contribuenti onesti.

Il ripristino della legalità assume un valore ancora più importante in questo periodo di Covid: è uno dei presupposti fondamentali per la ripresa dell’economia, in un settore, quello dei trasporti, già fortemente provato dalla crisi.

 

Fonte notizia: Corriere di Arezzo

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