Se Viberti chiama Aerfer risponde. Anm Napoli esibisce il filobus storico sulla scia di Atm Milano
di Rosario Saccone Anche Anm Napoli esibisce uno dei suoi veicoli storici. Si tratta del filobus matr. 8021, un Aerfer FI711/2 con gruppi meccanici Alfa Romeo 1000 ed apparecchiature elettriche Ocren del 1961 che ha circolato per le strade di Napoli lo scorso 8 dicembre. A bordo era allestita una piccola mostra fotografica che raccontava le […]
di Rosario Saccone
Anche Anm Napoli esibisce uno dei suoi veicoli storici. Si tratta del filobus matr. 8021, un Aerfer FI711/2 con gruppi meccanici Alfa Romeo 1000 ed apparecchiature elettriche Ocren del 1961 che ha circolato per le strade di Napoli lo scorso 8 dicembre. A bordo era allestita una piccola mostra fotografica che raccontava le tappe salienti della storia del trasporto pubblico partenopeo visitabile durante le numerose soste programmate lungo il percorso. Un’iniziativa che segue di qualche settimana quella promossa da Atm Milano, che in occasione di Bookcity ha fatto circolare in città uno storico Viberti classe 1958.
Rilancio del filobus a Napoli
Giova ricordare che se nel capoluogo campano oggi esiste ed è in fase di rilancio il servizio filoviario è solo grazie alla straordinaria resistenza di questo tipo di vetture che hanno garantito il passaggio di consegne ai veicoli di terza generazione nei primi anni 2000 senza soluzione di continuità. Infatti, così come avvenuto altrove in Italia, la rete filoviaria, che in passato serviva gran parte della città, è stata sempre più decurtata finché negli anni ’80 i filobus erano relegati sulle sole linee extraurbane dei comuni vesuviani (San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco) le quali certamente sarebbero state convertite in autoviarie per l’obsolescenza di vetture ed impianti fissi. A fine anni ’90 c’è l’inversione di tendenza: l’amministrazione comunale commissiona il ripristino delle circolari urbane, l’ammodernamento della rete e delle sottostazioni elettriche per far fronte al maggiore assorbimento dei moderni veicoli ad inverter e l’acquisto di ben 87 filobus Ansaldobreda F19 (derivati dall’autobus BMB M240 LU).
L’importanza del CMTN
Ovviamente per le vecchie vetture era arrivato il momento dell’accantonamento. La sensibilità di dirigenti e maestranze aziendali e la collaborazione di studiosi ed appassionati riuniti nel CMTN (Comitato per il Museo dei Trasporti Napoletani) hanno consentito di salvare e restaurare un esemplare riportandolo filologicamente alle condizioni d’origine (nel corso degli anni i filobus avevano subito varie ricostruzioni che ne avevano in parte alterato l’estetica). Mentre in anni recenti in città si è assistito al semplice ripristino del bifilare in zone dove già era presente in passato oggi per la prima volta è in costruzione una linea totalmente ex novo dal centro verso i Colli Aminei e la Zona Ospedaliera con un percorso in discreta pendenza che esalterà le doti di potenza dei moderni filobus ovviamente accompagnate dalla mancanza di emissioni inquinanti consentita dalla tecnologia Imc (pacchi batteria in luogo del motogeneratore).
Un’operazione culturale
Le uscite del filobus storico (e del tram) vogliono dunque essere l’occasione per mettere in campo un’operazione culturale tesa alla salvaguardia ed alla valorizzazione di un enorme patrimonio in possesso delle aziende di trasporto fatto sì di veicoli, ma anche di impianti e soprattutto di archivi documentali e fotografici che, attraverso la storia del tpl, raccontano il progresso tecnologico ma anche quello urbanistico della città.