Prorogato lo stato di emergenza, tacciono le promesse e si perde il lavoro
Prorogato lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre. La notizia della proroga, approvata ieri in Senato, pone non pochi interrogativi tra gli esercenti del noleggio autobus e i conducenti. Primo fra tutti, in relazione al periodo influenzale stagionale. Questo, nonostante il comparto avesse già mangiato la foglia. E si fosse rassegnato per lo più a […]
Prorogato lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre. La notizia della proroga, approvata ieri in Senato, pone non pochi interrogativi tra gli esercenti del noleggio autobus e i conducenti.
Primo fra tutti, in relazione al periodo influenzale stagionale. Questo, nonostante il comparto avesse già mangiato la foglia. E si fosse rassegnato per lo più a una ripartenza a gonfie vele nel 2021.
Infatti, sono proprio i mesi di ottobre e novembre i cicli di incubazione. Per questo qla decisione suona più come un addolcimento di una volontà politica – per molti non condivisa – di protrarre le limitazioni molto più in là.
Stato di emergenza e mestiere di conducente bus
Prorogato lo stato d’emergenza. Questo avviene in un contesto dove non sono ancora state date le risposte promesse dal governo. Soprattutto sulla cassa integrazione per i collaboratori e per molti assunti in pianta stabile. E, soprattutto, farà slittare ancor più quei regolamenti diversificati tra le regioni sull’occupazione parziale dei posti a sedere sui bus.
Conseguenze? Pochissimo lavoro, anche in virtù di una percepibile paura da parte dei passeggeri. Oltre al comprensibile imbarazzo nel presentare un preventivo di viaggio. Perchè per una comitiva di 50 persone si è costretti a muovere due autobus per uscire dalla Lombardia.
Insomma notizie che non fanno certo bene a imprese e lavoro e, parlando con qualche collega, qualcuno sta seriamente valutando di trasferirsi all’estero dove, emergenza permettendo, il quadro sembra diverso offrendo qualche opportunità in più.
La patente da conducente d’autobus: nel cassetto
È una pagina, quella dell’emergenza, che non avrei mai voluto trattare ma questo post lockdown, oltre ad aver destabilizzato anche il nostro comparto, credo ci autorizzi come cittadini a indignarci. Pur consapevoli e responsabili della necessità di sicurezza.
D’altronde le frasi di circostanza non si contano e sui piazzali qualcuno esclama concetti duri: “ se devo soccombere perché non ho risorse, meglio farlo lavorando”. Non si può dare tutti i torti a uscite di questo tipo che sono per altro molto dignitose seppur sia la contagiosità del virus il vero pericolo. Le dichiarazione di diversi luminari della medicina, tra cui il dottor Zangrillo del San Raffaele, pongono tormentati dubbi a fronte di una percepibile ipocrisia istituzionale nel fronteggiare questo nemico invisibile.
Assumiamo anche con nuove strategie, ma assumiamo
Se un’ancora di salvezza potrebbe arrivare dalle parti sociali che invocano una proroga sui licenziamenti come contropartita allo slittamento emergenziale, è altrettanto vero che molti di noi operanti in società di noleggio, continueremo a essere ignorati istituzionalmente.
L’augurio, per gli autisti, è che gli uffici del personale si mettano una mano sulla coscienza, in particolare in quelle aziende partecipate che oggi risultano più virtuose nonostante si registri una drastica diminuzione di affluenza dovuta in parte allo smart working e al timore individuale di viaggiare, ma anche, perché no, dal dilagare di monopattini senza regole… Alla luce dei fondi UE l’augurio che si raccoglie tra i conducenti, è che si prospetti una nuova sinergia tra servizio urbano, interurbano e noleggio, forse un toccasana per rendere ancor appetibile il comparto e offrire concrete opportunità di lavoro con la massima urgenza.
Seppur sia poco il lavoro, le carte migliori sembrano essere nelle mani di una concorrenza dai connotati subdoli se parliamo di gite fuori porta o noleggi in giornata.
di Gianluca Celentano (conducente di bus)