Pnms: 2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di autobus a trazione alternativa
2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di autobus a trazione alternativa (elettrici, a metano o a idrogeno). È la cifra stanziata ufficialmente ieri dal governo sulla base delle disposizioni del Pnms (Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile). L’obiettivo, si legge nella nota diramata dal ministero, «è quello di rinnovare il parco dei bus con mezzi […]
2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di autobus a trazione alternativa (elettrici, a metano o a idrogeno). È la cifra stanziata ufficialmente ieri dal governo sulla base delle disposizioni del Pnms (Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile).
L’obiettivo, si legge nella nota diramata dal ministero, «è quello di rinnovare il parco dei bus con mezzi meno inquinanti e più moderni, riducendo la l’età media del parco vetture per promuovere il miglioramento della qualità dell’aria, ricorrendo a tecnologie innovative in linea con gli accordi internazionali e con le disposizioni normative della Unione Europea».
Il 35 per cento delle risorse alle regioni del sud
Il Pnms è stato ratificato dal governo in aprile. Prevede tre graduatorie distinte, in cui ripartire i 3,7 miliardi globalmente messi a disposizione:
- una per i comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto (a cui verranno assegnati limitatamente al primo quinquennio di applicazione 398 milioni di euro)
- una per i comuni e le città metropolitane con più di 100.000 abitanti (a cui andranno 1,1 miliardi di euro)
- una per le Regioni (a cui verranno ripartiti 2,2 miliardi di euro).
Il decreto firmato ieri dal Mit, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, riguarda la terza area di applicazione del Pnms, quella a base regionale.
Oltre alle modalità di erogazione e ai vincoli di destinazione, nel decreto sono riportate anche le diverse graduatorie (che pubblichiamo), sia relative all’attribuzione dei punteggi ed all’assegnazione delle risorse applicando gli indicatori previsti dal DPCM, che quelle relative alle regioni del centro Nord e del Sud, per tenere conto nell’assegnazione delle risorse del criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione residente nelle Regioni del Sud.
È previsto che alle regioni del sud debba andare non meno del 34% delle risorse stanziate. Viene anche stabilito che le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possono essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa (es. metano, idrogeno, elettrica).
Stanziamenti anche per le infrastrutture
Lo stanziamento prevede, inoltre, che alle regioni del Sud sia destinato circa il 35% delle risorse stanziate. Viene anche stabilito che le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possano essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa (es. metano, idrogeno, elettrica).
“In tante città, soprattutto nella pianura padana ma non solo, è emergenza #smog. Serve una rivoluzione nella mobilità urbana: abbiamo assegnato 2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di nuovi bus ecologici. 400 milioni andranno alle città”, sono le parole che la ministra Paola De Micheli ha postato sul suo profilo twitter per commentare la firma del decreto.
Asstra: il Pnms penalizzerà l’età media
Già in sede di primi annunci delle modalità del piano, risalenti alla primavera 2019, Asstra ha fatto sentire la propria voce. La novità principale della strategia sulla mobilità sostenibile imboccata dal governo è la chiara intenzione di accelerare il processo di transizione verso una flotta ad alimentazione alternativa rispetto al gasolio. Il Piano in sostanza esclude, con poche eccezioni, gli autobus diesel dai mezzi finanziabili con contributi statali. Tale circostanza ha un impatto molto significativo sul settore e sui tassi di rinnovo attesi delle flotte bus, ha sostenuto Asstra presentando uno studio ad hoc in occasione del congresso nazionale 2019.
«I mezzi ad alimentazione alternativa – queste le parole affidate da Asstra ad una nota stampa -, infatti, hanno ancora costi di acquisto molto più elevati rispetto a quelli a gasolio (a tecnologie attuali il rapporto è di circa 1 a 2,5) e richiedono investimenti significativi per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica, cui il Piano assegna fino ad un massimo del 50% dei Fondi disponibili, per i primi 3 anni di ciascun quinquennio. L’insieme di tali aspetti, a parità di risorse rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio 2017, determina una riduzione del numero di mezzi che sarà possibile immatricolare e, conseguentemente, non consente di ridurre l’età media del parco: le simulazioni condotte evidenziano che, considerando interamente spese le risorse a disposizione e pienamente rispettati i vincoli per l’utilizzo delle risorse dettati dal Piano in tema di scelta tecnologica dei mezzi e finanziamenti specifici alle infrastrutture di supporto, nei prossimi anni verranno immatricolati circa 20.000 mezzi, che porteranno la flotta ad avere un’età media di 17,5 anni nel 2033».