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Tibus. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettere di Tibus srl in relazione alla vicenda che vede la giunta Capitolina intenzionata a spostare l’autostazione da Tiburtina ad Anagnina.

Spostare 8 milioni di passeggeri, pendolari, studenti, dall’altro capo della città (in via provvisoria) e inoltre spendere oltre 600mila euro per riqualificare una zona, quella di Anagnina, assolutamente non in grado oggi di assorbire le 600 corse al giorno che gestisce autostazione Tiburtina. Mentre si va definendo il progetto del Comune di Roma, grazie al susseguirsi di note, comunicati stampa e post su Facebook, alcuni interrogativi diventano sempre più pressanti.
“Abbiamo letto la nota dell’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale Linda Meleocon la quale precisa che l’autostazione Tiburtina rimarrà in Via Guido Mazzoni mentre il progetto di “delocalizzazione” ad Anagnina costituirebbe solo una soluzione provvisoria e non alternativa – afferma il presidente di Tibus Giovanni Bianco-. A questo proposito, la Tibus rileva che il predetto progetto di delocalizzazione ad Anagnina comporta un costo complessivo a carico delle casse comunali di 624.000 euro mentre la Tibus ha formalmente presentato, ormai un paio di anni orsono, all’Assessorato un project financing di riqualificazione dell’attuale autostazione Tiburtina e dell’area circostante per un valore di circa 6 milioni di euro, completamente a carico dei privati, in linea con il vigente codice degli appalti.
L’Assessore Meleo non ha dato alcun cenno di risposta alla proposta di Tibus e ci si chiede perché. Ma anche altre domande  sorgono spontanee e ci auguriamo che almeno a queste l’Assessore voglia rispondere.
Perché spendere 624.000 euro di denari pubblici per un’opera sostanzialmente inutile ad Anagnina per stessa ammissione dell’Assessore? Perché non è stata avviata la procedura di gara per la gestione dell’autostazione Tiburtina, come peraltro più volte suggerito dalla stessa Tibus? Perché non si è nemmeno preso in considerazione il project financing del valore di 6 milioni proposto ormai due anni orsono?
Ci auguriamo che a queste domande, dovute soprattutto ai cittadini romani, ai viaggiatori e agli studenti che utilizzano ogni giorno l’autostazione Tiburtina, l’assessore voglia dare presto una risposta”.

 

Questa lettera segue la polemica dei giorni scorsi.

Un ricorso al Tar contro la delibera del sindaco di Roma, Virginia Raggi, che prevede lo spostamento del terminal bus da Tiburtina al nodo di Anagnina: ad annunciarlo il consigliere d’amministrazione di Tibus società proprietaria dell’hub, Tullio Tulli.

Tullio Tulli, aprire subito una tavolo politico

“Impugneremo la delibera e lo stesso faranno anche gli operatori del settore, d’accordo con i comitati di quartiere. Inoltre – riferisce ancora Tulli – abbiamo chiesto alle associazioni di categoria di attivarsi con il comune di Roma, con il ministero dei Trasporti ma anche con i presidenti delle Regioni toccate dai vettori perché si organizzi un incontro e perché si costituisca un tavolo politico”.

Tibus

Tibus, una risorsa per Roma

Il terminal bus di Tiburtina, secondo i dati forniti dalla Tibus, movimenta otto milioni di passeggeri l’anno, 103 vettori, di cui 33 stranieri, 600 autobus giornalieri tra arrivi e partenze. Con la delibera del 17 ottobre scorso, e pubblicazione del 26 ottobre, il Comune di Roma ha approvato la “delocalizzazione dell’Autostazione per i mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali ed internazionali all’interno del nodo Anagnina”, si legge nel documento. Costo previsto 625mila euro. Secondo la Giunta capitolina il nodo Anagnina “oltre a scongiurare ripercussioni al servizio pubblico, presenta il vantaggio di decongestionare i notevoli flussi di traffico che interessano la stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, attigua all’autostazione sita in Largo Guido Mazzoni, con benefici sull’intero sistema trasportistico romano”. Dal canto suo la società Tibus rileva la “mancanza di intermodalità” come “uno degli aspetti che rende la zona di Anagnina assolutamente inadatta ad ospitare un terminal”, senza contare, dice Tibus, “l’altra e fondamentale problematica, più volte segnalata alle autorità capitoline, relativa alla sicurezza”.

Una notizia che segue le polemiche di inizio mese quando la Tibus aveva scritto la seguente lettera ai media.

Tibus. Con riferimento ad alcune notizie di stampa relative ad un’indagine della Corte dei Conti ed al presunto danno erariale causato dal mancato adeguamento dei canoni concessori dell’autostazione Tibus di Roma, e ad alcune dichiarazioni di un consigliere comunale pubblicate su Facebook, si precisa quanto segue. Tibus è una società partecipata da operatori di servizi di linea di trasporto, pubblici e privati, ed è concessionaria del diritto di superficie dell’area sulla quale si trova l’autostazione Tiburtina di Roma, sin dal 1999. L’autostazione costituisce il capolinea di tutti i servizi con autobus di lungo raggio che transitano a Roma per esplicita disposizione del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che rilascia le relative autorizzazioni, tale da configurare un servizio pubblico che non può in alcun modo essere interrotto.
L’autostazione è situata in un punto strategico della Capitale, fra la stazione ferroviaria, la linea B della metropolitana, i capolinea del trasporto pubblico locale, le stazioni di taxi, ecc. Sono oltre 8 milioni i viaggiatori che ogni anno transitano dall’autostazione, la quale ospita 103 operatori del trasporto e gestisce circa 900 autobus giornalieri tra arrivi e partenze per molteplici destinazioni, anche internazionali. Solo nell’ultimo periodo estivo, l’autostazione ha ospitato e gestito nei suoi spazi la partenza e l’arrivo di 15.000 autobus e 800.000 passeggeri. Dati straordinari che confermano la sempre maggiore propensione, soprattutto tra i giovani, al viaggio in autobus, considerate le sue caratteristiche di economicità, comodità e flessibilità, ridotto impatto ambientale e sicurezza. L’autostazione è stata realizzata interamente con oneri a carico della Tibus, senza alcun intervento pubblico. Di contro, la Tibus corrisponde al Comune di Roma il canone annuale fissato dai competenti uffici municipali, come del resto rilevato dalla stessa inchiesta della Corte dei Conti. La Tibus non ha mai distribuito utili ai soci, destinando i ricavi al costante miglioramento delle strutture, dei sistemi di sicurezza e di videosorveglianza. Un intervento sul territorio riconosciuto anche dai locali comitati di quartiere, da tempo schierati in difesa del progetto di rilancio e riqualificazione dell’area proposto dalla stessa Tibus.
La Tibus ha infatti più volte sollecitato le autorità competenti all’indizione di una gara internazionale per l’assegnazione del servizio, ed ha anche presentato uno specifico project financing del valore di 6 milioni di euro senza mai ricevere alcuna risposta. Per difendere la Tibus da ulteriori dichiarazioni calunniose, il prossimo consiglio di amministrazione della società valuterà ogni iniziativa utile a tutela della stessa e del servizio pubblico da essa gestito.

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