Pasqualini Bus chiama, Atv Verona non risponde
Settant’anni di storia. Un forte legame con la città di Verona e con l’azienda pubblica del territorio. Legame che negli ultimi due anni sembra però essersi sfilacciato. È questa la Pasqualini Bus, azienda nata il 30 giugno del 1964 che oggi guarda al futuro attraverso una lente appannata. Non certo per proprie responsabilità. Pasqualini Bus, […]
Settant’anni di storia. Un forte legame con la città di Verona e con l’azienda pubblica del territorio. Legame che negli ultimi due anni sembra però essersi sfilacciato. È questa la Pasqualini Bus, azienda nata il 30 giugno del 1964 che oggi guarda al futuro attraverso una lente appannata. Non certo per proprie responsabilità.
Pasqualini Bus, ecco la realtà
Attualmente la Pasqualini Bus opera nei settori del turismo, del trasporto scolastico e della linea a lunga percorrenza. Dispone di una sede sociale a Verona e due locali, una a Bussolengo e l’altra a Pescantina, ha una flotta di circa 30 autobus gestiti da una squadra di 30 collaboratori. Numeri importanti? Certo, ma non se paragonati a quelli di qualche mese fa. Ma cosa è successo? Per capirlo è necessario ricostruire la storia aziendale e fissare tre date fondamentali: il 1989, il 2000 e il 2017. Riferimenti che non hanno significato se non innestati su un cognome: Smurra. E perché no, anche su un nome: Gerardo. È proprio Gerardo Smurra che nel 1989 decide di acquisire l’intera proprietà della Pasqualini Bus che allora contava 12 autobus e 7 dipendenti gestiti da Riccardo e Giuseppe Pasqualini. «Giuseppe ha da poco compiuto 86 anni ed è ancora molto attivo in azienda», ci dice Emanuele Smurra, responsabile commerciale della Pasqualini Bus, «benché all’atto della vendita, nel 1989, chiese a mio padre (Gerardo n.d.r) di restare in azienda solo per altri due mesi… Per noi è un grande piacere averlo ancora in squadra».
Pasqualini Bus, Simet e l’Europa
L’acquisizione da parte della famiglia Smurra rientrava in una logica di sviluppo del gruppo Simet nel settore delle linee a lunga percorrenza dove gli autobus dalla Calabria, sede della Simet, arrivavano, e arrivano ancora oggi, nel cuore dell’Europa. Ma arriviamo alla seconda data: il dicembre del 2000 quando la famiglia Smurra cede il 40 per cento della Pasqualini Bus all’allora Aptv, oggi Atv, tramite sottoscrizione di un aumento di capitale sociale e il versamento di un sovrapprezzo. «Una scelta», continua Emanuele Smurra, «che aveva in sé l’obbiettivo strategico di ampliare alcuni segmenti del mercato del trasporto e di migliorare l’efficienza e l’economicità delle attività già svolte dall’azienda pubblica». Un matrimonio importante anche per la Aptv che entrò così nei mercati delle linee interregionali ed internazionali, dove la Pasqualini Bus era già presente, aumentando i servizi di noleggio con conducente.
Gli anni della crescita
Gli anni successivi sono all’insegna della crescita (la Pasqualini Bus arriva ad avere 100 dipendenti) e dell’ampliamento dell’offerta. Poi arriva il 2016 e Atv inizia a porre in essere comportamenti che sono letti come «un cambio di rotta nei rapporti con la partecipata». Il culmine si tocca quando Atv cede a Fnm (Ferrovie Nord Milano) il 50 per cento delle proprie azioni a fronte di una transazione di 21 milioni di euro, cioè ben 10 in più della base d’asta. È un atto di rottura tra Atv e Pasqualini Bus. L’azienda pubblica di Verona cambia le linee strategiche ritirando i decennali subaffidi al gruppo Pasqualini, il quale è costretto a ricorrere a un piano di ristrutturazione che si tramuta in un taglio occupazionale importante. «I nostri collaboratori sono il valore della nostra azienda e la nostra storia testimonia come lo sviluppo del territorio e la qualità erogata ai tanti cittadini che utilizzano i nostri servizi siano i nostri pilastri aziendali», ci dichiara Emanuele Smurra. Una posizione che di fatto impone alla Pasqualini Bus di intentare una causa milionaria ad Atv. Non solo per aver perso, senza giustificato motivo, i subaffidi, ma perché «l’azione di Atv ci ha di fatto impedito di presentare offerta alla gara di servizio di Verona». Sì, perché al di là della vicenda Pasqualini Bus, è necessario aprire un ultimo ‘link’. Dopo l’acquisizione del 50 per cento di Atv da parte di Fnm è stata indetta la gara di servizio. Gara divisa in due lotti e su cui pesavano già dei dubbi di parte di Atv, dubbi fugati dal Garante che ha recentemente dichiarato che «non risultano allo stato emergere elementi di fatto e di diritto sufficienti a giustificare ulteriori accertamenti». Insomma, tutto regolare: la gara si farà. In pratica se Atv dovesse perdere la gara Fnm avrebbe speso 22 milioni di euro in una scatola vuota.
Un futuro di qualità
Oggi la Pasqualini Bus guarda al futuro. «Siamo proiettati nel mercato e gli importanti investimenti sul parco rotabile ci consentono di presentarci con tecnologie al top, soprattutto in tema di sicurezza», conclude Emanuele Smurra, «per questo vorrei ringraziare tutta la squadra della Pasqualini Bus capitanata da Mario Peruzzi, il nostro direttore generale. Una persona che in tutte le posizioni che ha ricoperto ha sempre puntato alla massima qualità erogata e agli utili da investire in tecnologie, creando valore».