Michelin, la gomma per le lunghe distanze
Uno pneumatico per le lunghe distanze. Si chiama Michelin X Coach Z (misure 295/80 R 22.5) ed è l’ultima novità della casa francese. Una novità col trasporto su gomma di lunga distanza nel mirino: può essere montato sia sull’asse sterzante sia sull’asse motore, e porta i marcaggi M+S e 3Pmsf, che indicano mobilità e sicurezza in […]
Uno pneumatico per le lunghe distanze. Si chiama Michelin X Coach Z (misure 295/80 R 22.5) ed è l’ultima novità della casa francese. Una novità col trasporto su gomma di lunga distanza nel mirino: può essere montato sia sull’asse sterzante sia sull’asse motore, e porta i marcaggi M+S e 3Pmsf, che indicano mobilità e sicurezza in ogni stagione. Secondo il costruttore, garantisce il 16% in più di chilometraggio rispetto alla generazione precedente grazie al battistrada che si rigenera.
Lo pneumatico che si auto rigenera
Infatti, specifica il costruttore, canali che si aprono nelle ultime fasi di vita del pneumatico permettono alla scultura di cambiare con l’usura. La nuova concezione dei canali permette anche di massimizzare la superficie di contatto con il terreno e offre livelli elevati di aderenza sul bagnato. Il livello sonoro rimane basso grazie alla scultura del battistrada. La struttura robusta del pneumatico gli conferisce un’eccellente capacità di carico. Quando è montato sull’asse anteriore, il nuovo Michelin X Coach Z può sopportare un carico fino a 7,5 tonnellate.
Un filo d’acciaio nella gomma Michelin
La nuova gamma di pneumatici per coach Michelin integra le tecnologie Regenion e Infinicoil. La prima, come già menzionato, si compone di una serie di elementi della scultura che si auto-rigenerano chilometro dopo chilometro, grazie a tecniche di stampa 3D a metallo, per offrire alti livelli di aderenza per tutta la vita del pneumatico, in qualsiasi condizione. La seconda, invece, è costituita da un filo d’acciaio continuo che può arrivare a una lunghezza di 400 m, avvolto nel pneumatico, cui dà stabilità per tutta la sua vita, robustezza e resistenza, e ne ottimizza la superficie di contatto al suolo. Ne derivano un grande potenziale chilometrico e un minor consumo di carburante per la bassa resistenza al rotolamento.