Emmebus, amiamo questo lavoro. La lettera (toccante) di un nostro lettore
Buongiorno carissimi, sono il titolare della ditta Emmebus, il mio nome non vi è comune, non ci conosciamo, ma io conosco molto bene la vostra rivista. La rubavo sempre al mio povero nonno paterno quando gli arrivava per posta. Lui era gelosissimo di quel giornale, ecco perché alla prima occasione non mancavo per sottrarlo! Mi […]
Buongiorno carissimi, sono il titolare della ditta Emmebus, il mio nome non vi è comune, non ci conosciamo, ma io conosco molto bene la vostra rivista. La rubavo sempre al mio povero nonno paterno quando gli arrivava per posta. Lui era gelosissimo di quel giornale, ecco perché alla prima occasione non mancavo per sottrarlo! Mi trovo qui a scrivere queste righe per raccontarvi in breve la mia storia. Una vita all’epoca fatta di benessere, felicità e tanti autobus, poi a un certo punto tutto si è spezzato e spento! Mio padre e mio zio ereditari dell’azienda tanto amata dal mio carissimo nonno, hanno mandato tutto in fumo. Non si sono limitati a separarsi, che forse sarebbe stato il male minore, hanno deciso di affidare tutti i loro beni e tutto quello che avevano costruito i miei nonni, agli avvocati. A un certo punto è sceso il buio sulla mia famiglia, soprattutto per me, che gli autobus erano tutta la mia vita, io che ho iniziato a guidare abusivamente a 14 anni, io che quando ero a pranzo da mia nonna avevo sempre lo sguardo fisso rivolto all’interno del deposito, che era adiacente alla nostra abitazione. Mi sbrigavo a finire il pranzo, per poi recarmi nel mio unico mondo, quello degli autobus. Tutto è finito, appena mi avvicinavo al garage, carabinieri, denunce e via dicendo mi divoravano, insomma un vero e proprio incubo, tanto da essermi dovuto allontanare obbligatoriamente per evitare guai.
Arrivati ad un certo punto, per disperazione, ho implorato mio padre affinché vendesse questa maledetta azienda, che ci aveva portato al fallimento ed alla fine di una vita tranquilla e dignitosa. Mio padre era perplesso in questa decisione, perché in primis aveva fatto un sacco di debiti per mandare avanti la famiglia, in secondo luogo aveva me e mio fratello cui assicurare un posto di lavoro. Ma alla fine l’ho convinto, ha deciso di cedere l’azienda, tanto da svendere la sua parte al fratello. Tutto è stato a dir poco drammatico, non sapevamo più quale strada prendere, anche perché il ricavato dell’azienda non è stato sufficiente per coprire i debiti che ci avevano divorato. L’unico modo per consolare mio padre era: – Papà stai tranquillo che tanto un’azienda ce la rifaremo, non aver paura, ma dentro di me non pensavo questo, perché sapevo benissimo che era un sogno irrealizzabile. Poi nel 2007 si è aperto uno spiraglio nella mia vita, come una luce che venisse dal signore. Si è vero, avevo implorato tanto il nostro santo Gabriele protettore della nostra zona, affinché mi facesse aprire un’azienda tutta mia, ma da lì ad esaudirsi il mio desiderio ne sarebbe passato!!!! Ed è così, che da li è iniziato tutto, ero fidanzato dall’età di 13 anni, cresciuta con me e di conseguenza con la mia stessa passione, insieme abbiamo conseguito a 21 anni l’esame di patente superiore. Con la mia fidanzata, attualmente mia moglie, abbiamo unito le 2 cose, un padre con la patente senza lavoro ed una fidanzata patentata anch’essa disoccupata, una squadra vincente. Da li ho deciso di buttarmi, il nostro comune di residenza aveva deciso di dare in affidamento gli scuolabus con la relativa vendita dei loro mezzi, un’occasione da non perdere, vai partiamo. Da qui è iniziato tutto, quel fantastico 24 agosto 2007, penso uno dei giorni più belli della mia vita. Abbiamo prelevato i 2 scuolabus dal deposito del comune al nostro garage, un giorno indimenticabile. Da lì ho iniziato una nuova avventura, tra alti e bassi, tutto in discesa, anche se il mio “amato Zio” mi ha già da subito denunciato per concorrenza, ma anche lì ho avuto la meglio, in quanto la giustizia ha avuto il suo corso, dopo diversi anni il giudice mi ha assolto.
Proseguendo a testa alta per la mia strada, ho continuato in bellezza, anno dopo anno mi andavo sempre a migliorare, acquistavo minibus, autobus, tutto quello che necessitava per formare una grande azienda, fino ad arrivare ad oggi a possedere una flotta di 14 autobus, tra piccoli e grandi. Ma l’ acquisto ed il mio traguardo migliore l’ho siglato adesso, quello di acquistare un’ autobus nuovo di zecca, un bellissimo e formidabile IRIZAR I6 HDH denominato anche color “arancio lamborghini”, nulla di strano, tranne il fatto che sono un’ imprenditore che non percepisce alcun contributo da nessun ente. Vi scrivo perché avrei un’ immenso piacere che voi condivideste questa mia impressionante storia e soprattutto per mostrare il mio bellissimo autobus, in quanto trattasi di una serie limitata, con un colore molto particolare ed appariscente. Ultima cosa che non vi ho citato, ma molto molto importante, tutto questo ha comunque un senso e cioè la forza di questo frutto per cui sono così determinato ed ho la forza di andare avanti migliorandomi giorno per giorno è raffigurato nel logo che è affisso nel mio autobus e cioè sono loro, la mia famiglia la mia splendida famiglia, a cui ho voluto dedicare l’immagine dell’azienda. Sono loro che mi fanno fare tutto questo ecco perché ho voluto mostrarlo al mondo intero. Spero che pubblichiate questa mia lettera, soprattutto in questo momento molto difficile per il nostro settore, il quale è già tutto fermo da più di un mese, servirebbe un po’ per tirarsi su il morale, ma soprattutto per dimostrare che se si crede in un sogno non si deve mai e poi mai mollare e combattere con tutte le forze. Allego le foto del mio autobus, sarebbe il desiderio di una vita intera, ripagherebbe tutti i miei sacrifici di questi anni. Emmebus