La Costiera Amalfitana raccontata dagli autisti
di Gianluca Celentano (conducente di autobus) La Costiera Amalfitana? Una scuola, oltre che un suggestivo percorso, ma lavoro e sicurezze mancano. Nel mondo del gran turismo e con toni un po’ folcloristici e simpatici, i colleghi autisti sembrano concordi ad affermare che non sei un vero autista se non hai mai percorso l’incantevole Costa Amalfitana. Mille attenzione lungo […]
di Gianluca Celentano (conducente di autobus)
La Costiera Amalfitana? Una scuola, oltre che un suggestivo percorso, ma lavoro e sicurezze mancano. Nel mondo del gran turismo e con toni un po’ folcloristici e simpatici, i colleghi autisti sembrano concordi ad affermare che non sei un vero autista se non hai mai percorso l’incantevole Costa Amalfitana.
Mille attenzione lungo la statale 163
Un suggestivo percorso lungo la statale 163 che percorre questa stretta penisola, da Vieltri sul Mare sino a Positano passando per Amalfi; una statale che da circa cinque anni circa è percorribile solo con autobus di 10 metri mentre per i 12 è necessaria un’autorizzazione. Con questa premessa potranno forse risentirne i colleghi di linea del tpl urbano, ma in realtà non così. Infatti la percezione delle misure e le mille attenzioni soprattutto negli spazi millimetrici in mezzo al caotico traffico che impone al conducente di tenere sotto controllo tutto ciò lo circonda, si incrociano in uguale misura con la malizia e l’esperienza dei colleghi che svolgono il Gran turismo, soprattutto quando il programma prevede il transito sulla statale 163 Amalfitana ma chiaramente per par condicio, anche in tanti altri punti geografici della nostra Italia.
L’autobus non è un camper
Spesso diversi automobilisti vantano una lunga esperienza nel transitare su questo tratto di strada campano, magari per le ferie e con un camper, ma con un autobus le cose sono molte diverse rispetto anche al più imponente e lussuoso dei caravan. Dimensioni, sbalzi e passo interasse fanno la differenza; insomma questo tratto è soprannominato la palestra per gli autisti. I colleghi della SITA, la società che svolge una delle linee tpl più suggestive lungo la costa tirrenica, affrontano con disinvoltura anche i punti più difficili è non è raro che spesso si fermino per aiutare con qualche consiglio o indicazioni di manovra, altri colleghi in difficoltà magari invitando a retrocedere le automobili che si accodano ai bus in manovra di retromarcia.
L’imprevedibilità dei ciclisti
A questo proposito ho voluto incontrare il simpatico e disponibile Matteo Minguzzi della SATA di Roma, un autista fiorentino trapiantato a Roma e con vent’anni d’esperienza alla guida dei torpedoni; ha voluto svelarci alcuni segreti sulla guida in costiera. Fiducia in se stessi, tranquillità, passione e simbiosi con il proprio mezzo sono le regole basilari per attraversare con professionalità i passaggi più difficili; caratteristiche che migliorano sempre più con l’esperienza. Il calcolo preventivo delle manovre degli altri veicoli bus ma soprattutto autovetture, che risultano spesso imprevedibili così come i ciclisti, sono la base di crescita professionale per qualsiasi autista. Affidarsi al freno motore che con dolcezza e l’ausilio del retarder evita continui sbilanciamenti e beccheggi del bus, senz’altro fastidiosi per i passeggeri e con spazi d’arresto maggiori, sono fondamentali nei tratti susseguiti da incognite.
L’asse dietro sempre sott’occhio
Si tratta di “allungare” nei tratti stretti e curvilinei portando lentamente la ruota posteriore all’altezza dell’ostacolo; solo allora si può allineare il mezzo, tenendo d’occhio lo scodamento e rendendolo parallelo e frontale all’autobus che proviene in senso opposto. Una manovra che facciamo spesso e con automatismo alla guida di un mezzo pesante per via appunto delle sue delle lunghezze e distanza interasse; una manovra che sembra un carosello di abilità ma è non compresa dagli automobilisti, a loro infatti non serve. La carreggiata è a doppio senso ma in buona parte della sua estensione non permette il passaggio contemporaneo di due bus e capire al volo chi ha più agilità nel passaggio indipendentemente se in salita o discesa, è una qualità professionale dei veri autisti e non certo dei soli patentati. Se avere il mare sulla destra rende relativamente più semplice la guida nel tragitto in questione, la situazione si capovolge quando percorriamo la Costa in senso opposto, con le rocce a pochi centimetri dal nostro fiammante pullman. Mantenere in certi punti una guida relativamente centrale alla strada permette con piccole e dolci correzione dello sterzo di mantenere una buona andatura con i veicoli che incrociamo, ma è importante avere sempre sott’occhio un successivo tratto rettilineo almeno della lunghezza dell’ autobus, per accostare agevolando il passaggio del collega, che sale o scende. Osservare in lontananza e prevedere il traffico opposto controllando al tempo stesso ciò che avviene di fianco e dietro di noi, sono la vera e propria fucina per gli autisti.
Gli autotreni sono una guida
Le diverse industrie cartiere sulla Costa Amalfitana vedono il transito di numerosi autotreni – non autoarticolati – che seppur lunghi si addicono meglio alla tipologia di strada. I cugini camionisti provenienti dai capi opposti sono in contatto tra loro con le radio Cb e rappresentano un grande aiuto nel favorire la viabilità. Infatti è sempre meglio averli davanti e non superarli, ammesso che sia possibile.
Il lavoro piace. Ma le opportunità?
Spesso durante le attese sui piazzali per la prova di guida a cui potrebbe seguire una sospirata assunzione, non è difficile sentire i colleghi che vantano sana esperienza proprio sulla Costiera Amalfitana anche se qualcuno ribalta le teorie vantando un uguale abilità ma sui percorsi di montagna. Gli autisti italiani e tedeschi sembrerebbero proprio i migliori al mondo, ma al di là degli opinabili investimenti sulle infrastrutture, tema per altro già trattato, sia le condizioni di lavoro sia le attuali opportunità non incentivano una scelta professionale in questa direzione, di per sé molto appagante se c’è chiaramente passione per la guida. Tuttavia anche dai forum a tema non è difficile rendersi conto di un drammatico bacino della disoccupazione tra i conducenti di bus con comprovata esperienza, una realtà che va ad allargarsi e probabilmente solo una politica attenta e investimenti mirati verso questo fenomeno potranno risanare questa tendenza.