Incertezza nel TPL: nessuna speranza per gli over 40?
di Gianluca Celentano (conducente bus) Osservando le principali e autorevoli testate giornalistiche, il quadro sull’economia nazionale non sembra essere molto rassicurante e forse c’è da domandarsi se a fronte di questo andamento anche le assunzioni nel TPL abbiano registrato un arresto. Ho voluto scambiare qualche opinione con i colleghi al terminal di San Donato a […]
di Gianluca Celentano (conducente bus)
Osservando le principali e autorevoli testate giornalistiche, il quadro sull’economia nazionale non sembra essere molto rassicurante e forse c’è da domandarsi se a fronte di questo andamento anche le assunzioni nel TPL abbiano registrato un arresto.
Ho voluto scambiare qualche opinione con i colleghi al terminal di San Donato a Milano, ma le dichiarazioni più drammatiche arrivano dalla rete, dove addirittura si è arrivati, in taluni casi, a pubblicare i propri curriculum nella speranza che qualche ufficio del personale capiti sulla pagina.
Non è certo una pagina allegra, scusate il gioco di parole, soprattutto se consideriamo l’importanza della privacy e del garantismo, ma dopo una certa ripresa osservata negli anni addietro, anche le più ambite giovani leve, aspiranti conducenti di linea, sembrano ora senza risposte.
Game over per gli over 40?
Infatti se diversi conducenti sotto i trent’anni hanno avuto modo di entrare nel mondo del TPL , sembrerebbe si stia registrando una battuta d’arresto un po’ per tutti, anche per chi possiede anni d’esperienza come, per inciso, nel caso del sottoscritto. Un fenomeno non certo roseo neppure per le future e potenziali stabilizzazioni contrattuali.
Una ragazza, autista di bus su una linea diretta nella Lomellina, mi dice a ragion veduta che preferirebbe ci fosse almeno una flessibilità di qualche anno, magari per fare esperienza, ma con la sicurezza di poter approdare successivamente in qualche altra azienda per stabilizzarsi. Alla luce del suo discorso emerge l’allarmante e lungo periodo di disoccupazione a cui è sottoposto un conducente quando non gli rinnovano il contratto di lavoro. Un periodo che triplica se lo sventurato è a mezza età.
Le difficoltà dei colleghi anziani
Non è una novità se ne parliamo con le organizzazioni sindacali, ma quello che fa riflettere è il dolore che emerge dai colleghi più anziani sui gruppi sul web. Infatti, nonostante una comprovata esperienza nel noleggio e tpl e magari il possesso della patente E, diversi colleghi si sono visti recapitare mail già dopo la prima selezione, dove si precisava che gli “aspiranti autisti” non avevano i requisiti per fare i conducenti… Può sembrare assurdo ma è realtà e i più interessati da questo genere di comunicazioni sembrano essere, senza smentita, la fascia over quaranta, una fascia d’età che dovrebbe ricevere, a maggior ragione in più attenzione.
Costi delle patenti e prospettive, pollice verso?
Sappiamo bene l’importanza della formazione in autoscuola ma anche i suoi costi comprensivi del successivo CQC che ci abilita come professionisti. Si parla di qualche migliaio di euro a fronte però della successiva incertezza. Insomma un investimento, o forse un azzardo oggi giorno, troppo oneroso per le famiglie dei futuri autisti? Fatto sta che nelle scuole guida, i numeri di candidati per le patenti superiori sta calando drasticamente e forse verrebbe la pena dire alle aziende: “fate il pieno oggi con conducenti preparati…!”.
Qualche collega in rete mette in evidenza un’altra barriera legata a retribuzioni e orari molto spesso discutibili se si paragonano ai rischi e responsabilità odierni. Un quadro, quello sulla convenienza del mestiere, che non stupisce oggi giorno e del tutto simile alle rimostranze mosse dai colleghi del trasporto merci.
Quota 100, reddito di cittadinanza e poca chiarezza
Durante una selezione a cui ho partecipato qui al nord nel tpl, andata peraltro male, incontro un collega il quale mi informa che l’Atac di Roma avrebbe messo dei precisi criteri di preferenza per le assunzioni dei cento conducenti di linea. Sembra infatti che sia preferenziale la residenza, al momento della domanda, a Roma o nel Lazio. Forse c’è un po’ di incoerenza rispetto alle normative che abbiamo ascoltato in tv sul reddito di cittadinanza, che stabilivano l’obbligo per i beneficiari di accettare anche lavori al di fuori della provincia e regione di residenza?
Un appello
Fosse solo per una forma di giustizia sociale e garantista, ritengo doveroso nei confronti di migliaia di colleghi in disoccupazione o precarizzati nel TPL, ma anche per me, utilizzare queste colonne per appellarmi ai vertici dei trasporti, affinché questa crudele realtà possa quanto prima rientrare in canoni più normali; insomma in canoni che prevedano che un conducente con esperienza, titoli e più di quarant’anni non finisca per essere escluso in maniera quasi matematica.