Raffaele Cattaneo, le gare e la liberalizzazione non sono la soluzione per tpl
In occasione dell’assemblea pubblica Anav Lombardia è intervenuto Raffaele Cattaneo. «Le liberalizzazione non è tema centrale, cedetemi». Questo l’incipit del Presidente del consiglio Regionale Lombardia. «Dalla legge 6 (4 aprile 2012) sono passati cinque anni, io sono il padre di questa legge che poi ho affidato ad altri. Io non sono mai stato un grande […]
In occasione dell’assemblea pubblica Anav Lombardia è intervenuto Raffaele Cattaneo. «Le liberalizzazione non è tema centrale, cedetemi». Questo l’incipit del Presidente del consiglio Regionale Lombardia. «Dalla legge 6 (4 aprile 2012) sono passati cinque anni, io sono il padre di questa legge che poi ho affidato ad altri. Io non sono mai stato un grande sponsor della pianificazioni rigide e delle liberalizzazioni selvagge. E per questo vi chiedo, la liberalizzazione è la chiave della soluzione dei problemi del tpl? Devo ammettere che il nostro non ha i connotati di un mercato. I prezzi dei biglietti sono troppo bassi ed è un sistema che si poggia sui contributi pubblici e non risponde ai dogmi del mercato. Il nostro sistema viaggia su autobus con un’età media troppo alta vecchi e abbiamo poche aziende. Questo non è un mercato. Forse è un socialismo reale ben organizzato ma non è un mercato». Ma Catteneo fa un passo in avanti. «Il punto chiave però è questo: la mobilità è un diritto o un servizio? Perché se è un servizio la logica deve essere quello del mercato. Se invece è il secondo, cioè un servizio, questo deve essere gratuito e garantito dal pubblico. E la mobilità cos’è? Io penso che è un diritto e un servizio allo stesso momento. Guardare al mercato è un grande errore e infatti la liberalizzazione è immaginarie. E se la mobilità non è la telefonia e non è la giustizia, l’ennesima domanda da porre è questa: ma effettivamente sono le gare il principio fondamentale per risollevare il servizio? Non penso proprio. E nell’articolo 1 della legge 6 è chiaro. Dobbiamo spingere sui sistemi ibridi. E la sanità deve essere un modello».