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Mercato dei bus elettrici. Due premesse. In Europa occidentale sono stati immatricolati più autobus elettrici nel 2019 rispetto a quanti sono scesi in strada tra 2012 e 2018. Durante l’anno scorso le registrazioni di ebus sono triplicate rispetto al dato 2018. Conclusione: il 12 per cento dell’immatricolato urbano del 2019 è a zero emissioni. Certo, parliamo ancora di una quota marginale, ma iniziamo a vedere un allineamento con le proiezioni Uitp che, due anni fa, preventivavano per gli elettrici un market share del 20 per cento nel 2020, e via a salire fino a superare quota 50 per cento nel 2030. Bene, l’immatricolato 2018, inchiodato al 5 per cento, non rendeva giustizia a una simile previsione. Quello 2019, invece, sì.

Mercato dei bus elettrici

Mercato dei bus elettrici, l’analisi

I dati, forniti dall’azienda di consulenza Chatrou Cme Solutions, riguardano il quadrante europeo occidentale con l’aggiunta della Polonia. Nell’analisi rientrano solo i bus sopra le 8 ton. E un’analisi ad hoc prende in considerazione non solo i mezzi a zero emissioni ma bensì i trend dei bus a trazione alternativa, nella sua accezione più ampia: mezzi a Cng (che salto! Ma lo vedremo poi), ibridi, a idrogeno (vedi grafico qui in alto). Quindi, gli elettrici. Dove, per elettrici, si intendono i bus a batteria ad esclusione dei filobus.

Mercato dei bus elettrici, le avvisaglie

Come avevamo già anticipato sul numero di dicembre 2019, sempre basandoci sulle puntuali ricostruzioni di Chatrou Cme Solutions, l’anno appena concluso aveva già in autunno tutte le carte in tavola per essere ricordato come l’anno del grande balzo in avanti degli elettrici in Europa, per scomodare un’espressione non a caso proveniente dal medesimo retroterra culturale cinese da cui l’offensiva dei battery bus ha preso le mosse (i primi sono scesi in strada nel 2008 a Pechino in corrispondenza con le Olimpiadi). A settembre la soglia delle mille immatricolazioni a zero emissioni era già stata raggiunta, in un contesto di sostanziale raddoppio rispetto ai dati dell’intero 2018, chiusosi con 548 unità registrate. Al 31 dicembre, il dato è decollato alla mirabolante quota di 1.687 immatricolazioni. Su un mercato complessivo di 14.392 Classe I. Calcolatrice alla mano, l’11,7 per cento.

Un anno di gloria per i Classe I

Un calcolo che non può ignorare un altro dato di peso: l’anno appena concluso ha portato in dote un record per quanto riguarda le dimensioni del mercato urbano nei paesi considerati, che dal 2009 al 2018 ha ‘veleggiato’ tra un picco di 12.400 mezzi e un ‘de profundis’ di 10.000 sfiorati (correva l’anno 2012, i lettori se ne ricorderanno). Bene: il 14.392 del 2019 segna un + 30 per cento rispetto al valore medio delle annate 2009 – 2018. Un’ultima considerazione: i 1.687 del 2019 rappresentano il 55 per cento dei bus elettrici consegnati in tutto il periodo 2012 – 2019 (3.025). Tradotto: ci sono state più consegne l’anno scorso che nei sette anni precedenti.

Mercato dei bus elettrici, mai così in alto

Allargando lo sguardo a tutte le categorie di trazioni alternative prese in esame dallo studio, appare chiara una crescita complessiva. Il 39% degli urbani immatricolati nel 2019 presenta una trazione alternativa, mentre lo share 2018 era del 28 per cento. Crescono, pacatamente, gli ibridi: + 19 per cento. Una crescita a cui hanno concorso gli ibridi leggeri, registrati dalle fonti come ibridi e in tal modo apparentati agli ibridi plugin e ai full hybrid. Interessante è l’importante crescita registrata dai bus a Cng: + 73 per cento rispetto al 2018. Trascurabile, per ora, la quota di mercato dei bus fuel cell: 28 immatricolazioni nel 2019, che in ogni caso rappresentano, rispetto agli anni precedenti, un dato esorbitante: il precedente massimo era stato toccato nel 2014 con 9 unità consegnate. Ed è interessante considerare come, oggi, la torta dei bus urbani ‘alternativi’ (il 40 per cento del totale, come già menzionato) si divida in tre fette pressoché identiche, con gli elettrici puri in leggero svantaggio (ma in evidente rimonta): 30 per cento ebus, 35 per cento ibridi, 35 per cento gas.

Ma stringiamo il focus sugli elettrici. Chi sono i leader 2019? Un nome su tutti: Vdl. Sorretto da un mercato interno possentemente mobilitato in direzione elettrica, il costruttore olandese ha immatricolato nel 2019 386 unità di Citea Electric. 232 dei quali nei Paesi Bassi. Il paese in cui circola un elettrico su quattro tra quelli consegnati in Europa occidentale: 726 (vedi box per la segmentazione tra nazioni).

Una sfida cino-olandese

I cinesi di Byd seguono a moderata distanza: 236 ebus consegnati per un 14 per cento di market share (Vdl è a quota 23). Anche aggiungendo i 79 mezzi smerciati nel Regno Unito in joint venture con Alexander Dennis, il totale di 315 bus con cuore tecnologico Byd non consentirebbe ai cinesi di sopravanzare Vdl. Sul gradino più basso del podio c’è Solaris con 145 immatricolazioni (8,6 per cento di market share). Quindi Volvo (135 consegne), Irizar (127), Mercedes (126 nell’anno del debutto elettrico).

E Vdl rimane in testa alla graduatoria anche allargando la panoramica alle annate 2012 – 2019. I 668 bus a zero emissioni consegnati dagli olandesi rappresentano il 22 per cento dei 3.025 mezzi complessivi. Byd marca stretto: contando anche i mezzi con carrozzeria Alexander Dennis, siamo a quota 645 unità e 21,4 per cento di market share. Solaris terza al 10,8 per cento di share, garantito da 326 consegne. Marginali Mercedes e Iveco, inesistente Man. Il mercato li aspetta.

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