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Ibe, il tema del rinnovo del parco mezzi è stato il calcio d’inizio. L’evento di apertura dell’edizione 2018 dell’International Bus Expo di Rimini ha messo nel mirino un argomento centrale per il futuro del tpl nella penisola. Un argomento che ha fatto da volano per riflessioni e stoccate su temi come la gara Consip e la transizione agli autobus elettrici.

ibe 2018

Obiettivo: azzerare Euro 0 ed Euro I

L’intervento di apertura è stato a carico di Ugo Ravanelli, amministratore delegato di Italian Exhibition Group. Luciano Marasco, Dirigente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha fatto “i conti in tasca” alle flotta del belpaese: «Il parco veicoli su gomma è particolarmente obsoleto in Italia, con una media di 11,4 anni rispetto alla media europea di 7 anni. Più precisamente, abbiamo 1.224 Euro 0, 634 Euro I, 7.600 Euro II, 11.000 Euro III. I finanziamenti già previsti consentiranno di rinnovare 5mila autobus, e in questo modo di azzerare gli Euro 0 e gli Euro I e il 42 per cento degli Euro II».

Catalano: il diesel Euro VI è la scelta migliore

Giuseppe Catalano, professore ordinario all’università La Sapienza di Roma: «Non sono certo gli autobus che fermano e bloccano Milano, non sono gli autobus che inquinano. Il trasporto pubblico è un tassello fondamentale per ridurre l’utilizzo dell’auto privata e migliorare la qualità dell’aria nelle grandi città». Autobus elettrici? «Richiedono un cambiamento nell’organizzazione aziendale. Abbiamo la metà degli autobus Euro III o inferiore. La scelta migliore è procedere al rinnovo con Euro VI diesel. Muovendosi, nel contempo, verso le trazioni elettriche. Agire in maniera determinata ma con realismo». Gara Consip? «Ha richiesto due terzi del tempo in più rispetto alla media delle gare regionali. È inaccettabile. Troppi lotti». Ed è solo la prima di numerose criticità, già registrate da Anav Piemonte, Anav Lombardia, Atv Verona, Onlit.

Giana (Agens e Atm) su Consip e autobus elettrici

Sempre sulla Consip, ha rincarato Arrigo Giana, presidente di Agens e direttore generale di Atm Milano: «La gara Consip non ha raggiunto l’obiettivo. Il fatto che abbiamo partecipato pochi produttori, e italiani, la dice lunga. Il settore del tpl italiano è considerato rischioso». Il tema degli autobus elettrici rimane scottante: «Quella dell’elettrico è una rivoluzione copernicana anche dal punto di vista industriale – così Giana -. È per questo che noi ci aspettiamo che il costruttore ci stia a fianco».

Giana, invito ai costruttori: «Siate più coraggiosi»

«Mi rivolgo ai costruttori: aiutateci – ha proseguito Giana -. Non è più questione di full service manutentivo: c’è un tema di second life delle batterie, un tema di approvvigionamento energetico, e tante altre questioni aperte. L’invito che faccio ai costruttori è quello di avere un po’ più di coraggio. Noi stiamo buttando il cuore oltre l’ostacolo. Abbiamo in corso una gara da 250 autobus full electric. Nel capitolato abbiamo previsto una forte partnership con il costruttore». Una curiosità: «Atm consuma complessivamente un terzo dell’energia elettrica consumata in tutta la città di Milano. E paga l’energia elettrica come il consumatore. Non siamo considerati energivori perché non siamo manifatturieri. Nel contempo si parla tanto di incentivi per la transizione energetica…».

Anav e Asstra: il peso del tpl

A seguire, l’intervento del presidente Anav Giuseppe Vinella: «La sfida rimane la stessa, quella di scoraggiare il traffico privato per valorizzare il mezzo pubblico». Quindi Massimo Roncucci, presidente di Asstra: «Il trasporto pubblico è per le nostre città una questione strategica. Deve avere obiettivi chiari da perseguire con l’impegno di tutti gli attori in campo. Oltre il 70 per cento dei nostri mezzi è diesel. L’elettrico ha cifre bassissime, e il metano è poco diffuso». Ancora su gara Consip: «Non è sostenibile pagare un autobus il 20 per cento in più del suo prezzo». «La questione degli investimenti deve essere nel contratto di servizio».

Unrae, elettrico e consumi energetici

A chiudere Severino Briccarello, consulente area bus Unrae: «Non sono qui per dire “viva il diesel”. Unrae si è sempre professata per la neutralità tecnologica. Passare da diesel ad elettrico comporta un cambio di cultura, un problema di struttura e di consumi di energia. Si tratta di inserire i consumi del tpl in un sistema quello della città, in cui bisogna controllare i picchi. L’Euro VI consente di avere subito disponibili veicoli che non richiedono cambiamenti di mentalità». Ancora Consip: «Non sapere chi si aggiudicherà il mezzo non ci permette di valutare il costo del servizio di postvendita».

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