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di Gianluca Celentano (conducente bus)

In queste settimane ho parlato con diversi colleghi del tpl milanese ma anche con coloro che ogni giorno lo esercitano nei comuni limitrofi alle dipendenze delle varie società.
Ho notato anche un’apertura verso la ricerca del personale, e ho voluto anch’io, come molti, candidarmi nel tentativo di abbandonare i contratti a chiamata nei servizi di noleggio e diversificati.

La realtà che ho riscontrato non è rosea e non dovrebbe discostarsi più di tanto da quella nazionale; sotto la lente ci sarebbero i servizi in concessione di scuolabus – un argomento da approfondire – e le problematiche d’investimento sul tpl, ma anche molte incertezze sul futuro delle attuali gestioni locali.

selezione aspiranti conducenti autobus seta

Agitazione nelle rimesse di tpl di Milano e provincia

Un problema in parte legato alle frizioni tra Comune di Milano e il governo regionale per trovare un punto comune sulle imminenti gare di concessione che, come saprete, continuano a rimandarsi.

I contendenti sarebbero il colosso Atm che vorrebbe perseverare nel tracciare una sua linea di servizio indipendente dalla Regione e Ministero – Milano Next – possedendo una sorta di titolarità anche nelle linee periferiche al capoluogo, e dal versante opposto Regione Lombardia, supervisore di Trenord e dei vettori annessi, ma anche titolare delle Agenzie del Tpl presenti in comuni e province. Insomma, un riverbero di tensioni tra scambi di accuse e competenze che raggiungerebbero anche le rimesse del tpl di Milano e provincia diffondendo una percepibile agitazione.

Il futuro del tpl di Milano. Con preoccupazione

Una battaglia tra titani che dovrebbe imporsi un certo buonsenso, anche se abbastanza controversa, focalizzandosi piuttosto sui problemi reali ma anche sulle sedicenti cooperative all’apice della filiera per la gestione dei servizi scuolabus, tanto per fare un esempio. Una realtà che mina anche le garanzie del lavoro professionistico del conducente.

Fatto sta, che allo scioglimento delle municipalizzate minori già a fine anni ’90, diversi vettori hanno ritenuto conveniente fondersi creando percentuali di controllo sui servizi tpl nella provincia milanese, sino a prima gestito da Atm in un raggio di circa 30 chilometri da Milano.

Sui piazzali dopo il rientro dalle prime corse mattutine, qualcuno si sofferma esclamando i suoi punti di vista ai colleghi, creando inevitabili drappelli di maglioncini blu in cerca di attendibili spiegazioni. Spiegazioni per le quali è difficile ma anche imbarazzante trovare risposte addirittura per i delegati sindacali di rimessa; oggi ahimè presenti nei depositi più come forma istituzionale e per i servizi annessi al sindacato.

Lo scacchiere del tpl milanese. Gestori esteri?

Non è un segreto che la rapida escalation di Autoguidovie, gruppo riconducibile a Busitalia, sia osservata come un efficace antidepressivo tra i conducenti e devo riportare essere uno dei gruppi più menzionati e attesi insieme a un ritorno al passato firmato Atm; questo seppur esista una sostanziale contrapposizione tra i due big. Ma ci sono anche altri autorevoli nomi che si sono distinti nella qualità del servizio esercitato, basti pensare ad Autostradale o Air pullman, ma per ora sembrano osservare silenziosamente l’evolversi degli eventi, almeno stando alle dichiarazioni dei colleghi.
Il colpo di scena è l’aver notato tra i colleghi una sostanziale apertura, in barba a ogni preconcetto, verso eventuali gestori esteri i quali, forse essendo più pratici e con meno burocrati, potrebbero giocare qualche asso nella mancia anche qui nei nostri bacini in crisi?

Conducente d’autobus in cerca di lavoro. Che odissea!

Ho voluto partecipare insieme ad altri colleghi a qualche selezione bandita nel tpl, puntando sulla mia esperienza e possesso della patente E. In Autoguidovie, dopo un cordiale “le faremo sapere” da parte della signora Roberta e nonostante un’impeccabile prova di guida, arriva la doccia fredda con una email che giustificava la mia esclusione per aver focalizzato la ricerca su personale professionalmente e personalmente più idoneo del sottoscritto.

In Line io ed altri ce l’avevamo quasi fatta, visite mediche comprese, se non fosse stato per un ribaltamento giudiziario in appello per la gestione tpl nel bacino del lodigiano (almeno questa è la motivazione ufficiale). Silenzio assordante, almeno per ora, anche in FNMA, la succursale tpl partecipata da Regione Lombardia.

…e alla fine paga sempre l’autista

Una cosa l’ho capita ascoltando i tanti candidati, colleghi e osservando anche il mio passato e impegno civile; la vite gira sempre sopra la testa degli autisti, la parte più debole. Un attrito con un direttore dispotico, qualche scheletro nell’armadio ma comunque nulla di tanto grave da poter giustificare delle preclusioni, possono sentenziare la radiazione dal tuo mestiere.

A mio avviso senz’altro un preconcetto tutto italiano e se me lo permettete dal sapore un po’ ipocrita e sicuramente poco garantista, nonché lontano da quella linea europeista che si vorrebbe emulare. Lotti a parte, cambiare la mentalità sarà forse l’ostacolo più arduo?

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