Cotral, il Consiglio di Stato mette la parola fine
Cotral. La quinta sezione del Consiglio di Stato sembra avere messo la parola fine al contenzioso tra Romana Diesel, Cotral e Solaris. In buona sostanza il giudice «accoglie l’appello principale e dichiara improcedibile l’appello incidentale, respinge il ricorso di primo grado e condanna Romana Diesel al pagamento, in favore di Cotral e Solaris, delle spese […]
Cotral. La quinta sezione del Consiglio di Stato sembra avere messo la parola fine al contenzioso tra Romana Diesel, Cotral e Solaris. In buona sostanza il giudice «accoglie l’appello principale e dichiara improcedibile l’appello incidentale, respinge il ricorso di primo grado e condanna Romana Diesel al pagamento, in favore di Cotral e Solaris, delle spese di giudizio». In italiano: Cotral ha tenuto un comportamento corretto e l’assegnazione a Solaris è legittima.
Cotral, il global service degli autobus
Sotto la lente di Romana Diesel c’era il capitolo global service. Secondo il più grande concessionario Iveco d’Italia, infatti, l’offerta di Solaris non rispondeva ai requisiti di legge. Il Consiglio di Stato, invece, scrive nero su bianco che il «global service non costituisce», come sostenuto da Romana Diesel, «elemento di valutazione comparativa delle offerte dei concorrenti». Ma non solo. Sempre il giudice ricorda, rispondendo nel merito dell’appello di Romana Diesel, che la legge rende «possibile il disvelamento successivo all’aggiudicazione dei fattori organizzativi» che in italiano suona: Solaris aveva la possibilità di dichiarare anche dopo l’aggiudicazione la rete di assistenza su cui esercitare il global service. Servizio quest’ultimo che secondo il Consiglio di Stato «non era oggetto di punteggio tecnico» e che «l’offerta economica» di Solaris «è stata valutata» dalla commissione Cotral «con l’applicazione delle formule del capitolato».
Romana Diesel, 5 minuti sono pochi
Romana Diesel aveva sollevato anche dubbi sulla «congruità dell’offerta delle singole voci». L’azienda Romana, infatti, aveva scritto su carta bollata che Solaris non aveva «previsto, nell’offerta economica, una specifica voce per il materiale di usura, i rabbocchi olii e liquidi, urea, come pure per le riparazioni dei pneumatici per foratura», affermando altresì «l’irrisorietà dei cinque minuti di assistenza all’uscita di ogni veicolo». Il Coniglio di Stato rigetta in blocco queste ipotesi dichiarando che nella documentazione allegata da Solaris al giustificativo emerge che «l’impresa ha considerato il costo relativo a pastiglie freni, dischi freni, filtri, ed in generale i costi per il materiale di usura, come pure i costi delle attività necessarie alla gestione degli pneumatici. L’urea invece non può ritenersi a carico del fornitore, in quanto costituisce additivo al carburante». Analogamente «appare sufficientemente giustificato da Solaris il tempo stimato per ogni singolo autobus nell’attività di assistenza all’uscita». Insomma, per ora la partita sembra chiusa.