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Due bus fanno la spola due volte a settimana tra Como e Taranto per il trasporto migranti. L’investimento della prefettura però fa scalpore: ogni viaggio andata e ritorno costa oltre cinque mila euro, e lo spostamento dei richiedenti asilo, nella maggior parte dei casi, si conclude con una nuova fuga verso nord.

Il caso è sbarcato in parlamento giovedì scorso, con un’interrogazione firmata dai deputati di Possibile Pippo Civati e Andrea Maestri e dall’europarlamentare Elly Schlein. Il quotidiano «La stampa» vi ha dedicato un’inchiesta. Ad emergere è uno sperpero di oltre 20mila euro a settimana. Tutto è cominciato con la gara indetta dalla prefettura di Como in luglio, vinta dall’unico soggetto partecipante, la Rampinini srl di Fino Mornasco, ditta di logistica, agenzia viaggi e noleggio pullman. Un’impresa le cui radici risalgono ai trasporti con carrozze trainate da cavalli messi in piedi dal capostipite Natale Rampinini nel lontano 1906. Oggetto dell’appalto, che scade il 31 dicembre, è il servizio di trasporto verso il centro d’accoglienza di Taranto di uomini, donne e minori respinti alla frontiera con la Svizzera, con bus da cinquanta posti. La tariffa richiesta dall’azienda è di 2,18 euro iva esclusa al chilometro. Il tragitto andata-ritorno è di 2mila chilometri: ogni volta sono oltre 5mila euro di soldi pubblici, che diventano 20mila prendendo in considerazione le due partenze settimanali di convogli da due mezzi. La beffa, poi, è che buona parte dei migranti arrivati a Taranto non trovano posto nell’hotspot sovraffollato, e nel giro di poche settimane riprendono la loro strada verso nord. L’interrogazione arrivata alla Camera chiede ragione di una spesa altissima «che potrebbe essere impiegata per l’assistenza sulla frontiera».

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