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Il Comitato Bus Turistici minaccia lo sciopero fiscale in protesta contro la bozza del DL Rilancio. “Un provvedimento totalmente inadeguato, che dopo settimane di annunci mette il turismo alle corde, senza azioni concrete per salvare le aziende”. L’allarme relativamente al decreto Rilancio arriva dal Comitato Bus Turistici Italiani, realtà che rappresenta oltre seimila aziende di noleggio bus, che nella stagione dei viaggi dà lavoro a 40mila famiglie, con un fatturato di quasi tre miliardi di euro, “quest’anno completamente azzerato”, come riportato da Adkronos.

Bus operator, ecco lo sciopero fiscale

”Senza lavorare – dice il presidente del comitato, Riccardo Verona – non serve rimandare le scadenze. I soldi che non ci sono oggi non ci saranno a maggior ragione tra qualche mese. Il nostro settore è parte integrante del turismo, muove centinaia di migliaia di ospiti verso località di vacanza e città d’arte, oltre a contribuire in modo decisivo anche alla filiera di congressi ed eventi. Il Governo di tutto questo sembra rendersi conto solo a parole, parlando del turismo come di un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, senza poi mettere in campo alcunché per sostenerlo. Anzi, dando soldi ed aiuti alle aziende pubbliche, creando di fatto concorrenza sleale e la morte di migliaia di piccole e medie imprese. Se non ci danno soldi per ripartire non vengano poi nemmeno a chiedere le tasse”.

Comitato bus turistici, per non morire servono fondi

Ecco le richieste del sodalizio, nato a inizio aprile («Dopo che è scoppiata la bomba ‘Coronavirus’ i media hanno parlato praticamente di tutti i settori economici del Paese. Ma nessuno mai ha detto una parola sul settore del noleggio con conducente, mai! Questo Comitato nasce dall’esigenza di dare visibilità a un segmento in ginocchio»., aveva dichiarato il presidente ad AUTOBUSweb) ”Servono contributi a fondo perduto per 120 milioni di euro da destinare alla svalutazione dei mezzi – prosegue Verona -, cifra non impossibile con una concreta volontà politica. Inoltre stralcio delle imposte per tutto il 2020 e misure specifiche sul costo del lavoro, come l’azzeramento – per il 2020 ed il 2021 – dei contributi per i lavoratori stagionali ed il dimezzamento per i dipendenti fissi. Sono quindi necessari fondi per compensare le perdite e ripatrimonializzare le aziende. Infine servono forme di finanziamento a tassi minimi finalizzate al mantenimento di una forza lavoro destinata, al momento attuale, a lasciare 40mila famiglie senza occupazione”.

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