Asstra e Intesa Sanpaolo: il tpl ieri, oggi, domani
Asstra e Intesa Sanpaolo. Ecco i trend di miglioramento economico e produttivo delle imprese Tpl negli ultimi 8 anni dove migliorano margine operativo lordo, ROE e ROI e diminuisce l’incidenza del costo del lavoro. I risultati migliori si registrano nelle aziende medio-grandi che investono su sostenibilità e qualità. Diminuisce il numero delle società partecipate per […]
Asstra e Intesa Sanpaolo. Ecco i trend di miglioramento economico e produttivo delle imprese Tpl negli ultimi 8 anni dove migliorano margine operativo lordo, ROE e ROI e diminuisce l’incidenza del costo del lavoro. I risultati migliori si registrano nelle aziende medio-grandi che investono su sostenibilità e qualità. Diminuisce il numero delle società partecipate per le aggregazioni e si registra un forte aumento delle partecipate che chiudono i bilanci in utile (87%). Bene anche le società partecipate dai soli Comuni: oltre l’80% è in utile.
Asstra e Intesa Sanpaolo, ottimizzare i processi
I risultati conseguiti sono legati, da un lato, alla capacità di ottimizzare i processi produttivi e di migliorare la performance industriale delle aziende, dall’altro, al blocco del turnover e alla rivisitazione della contrattazione di secondo livello, che hanno consentito di ridurre in modo significativo l’incidenza della principale componente del conto economico delle aziende, il costo del lavoro. L’analisi della dinamica dei costi e dei ricavi unitari (sia in termini di vettura km che di passeggeri trasportati) nel periodo 2009-2016 evidenzia l’efficientamento del settore. La dinamica dei costi operativi unitari risulta, infatti, molto contenuta, mentre accelerano i ricavi unitari: i ricavi per vettura km crescono cumulativamente del 21% negli otto anni esaminati, i ricavi per passeggero del 13%.
Asstra e Intesa Sanpaolo, miglioramento storico
Tra il 2009 e il 2016 il fatturato per addetto migliora sensibilmente trasversalmente in tutto il campione: il valore della produzione per dipendente, nel 2016, risulta superiore a 88.600 euro per metà delle aziende considerate; le aziende migliori (sopra il 75° percentile) presentano un valore della produzione per dipendente superiore ai 109.000 euro. Rispetto al 2009 la produzione per addetto registra una crescita di oltre 10.000 euro a livello mediano. Il peso del costo del personale scende dal 54,5% sul valore della produzione al 50% a livello mediano tre il 2009 e il 2016. Una riduzione dell’incidenza di quasi 5 punti di valore della produzione in otto anni ha un impatto importante sui conti delle aziende.
Asstra e Intesa Sanpaolo, occhio ai costi
A questi elementi strutturali si aggiunge la favorevole dinamica del costo dei carburanti che, dopo il picco registrato nel 2012, si è ridotto progressivamente. Gli acquisti netti sul valore della produzione rappresentano la componente più volatile del conto economico e nel 2016 si attestano al 14%. Il generalizzato miglioramento della performance non è accompagnato da una ripresa degli investimenti delle imprese: nel 2009 le imprese realizzavano una spesa per investimenti materiali pari a circa l’8% del valore della produzione a livello mediano, nel 2012 e nel 2016 l’incidenza di tale tipologia di spesa scende a circa il 5%. Il crollo avviene nel triennio della crisi quando, inevitabilmente, le aziende hanno agito sulla variabile di costo maggiormente e più facilmente comprimibile. Il dato più preoccupante è che non c’è stata ripresa degli investimenti negli anni successivi. Si riduce anche l’utilizzo della leva finanziaria negli otto anni esaminati.
Asstra e Intesa Sanpaolo, sostenibilità è il focus
L’attenzione delle imprese alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale risulta significativa. Le imprese di TPL che hanno ottenuto almeno una certificazione di qualità sono, nel complesso, il 63%; il 36% delle imprese ha una certificazione ambientale. La quota di imprese TPL certificate risulta, quindi, molto più accentuata rispetto a quanto riscontrato nel settore manifatturiero. Sul fronte dei risultati, le aziende più attente all’ambiente mostrano performance migliori. La variabile dimensionale sembra influire sull’efficienza e sulla capacità di fare investimenti delle aziende di TPL: dall’analisi dei dati di bilancio del periodo 2009-16 emerge il recupero delle imprese di medie-grandi dimensioni che migliorano sensibilmente la propria performance. Nel periodo di analisi permangono le forti differenze tra Centro-Nord e Sud del Paese. Tutti gli indicatori evidenziano le difficoltà delle imprese localizzate nelle regioni del Sud. Tuttavia, il gap tende a ridursi sia con riferimento all’incidenza del costo del lavoro sul fatturato che ai margini. Inoltre, se in tutte le ripartizioni la crisi del 2008 ha avuto un impatto significativo sugli investimenti, nel 2016 solo le imprese del Sud mostrano livelli di investimento simili a quelli pre-crisi. La migliore dinamica delle imprese del Sud consente loro di colmare, in parte, il gap che le separava dalle imprese del Centro-Nord in termini di investimenti realizzati.
Asstra e Intesa Sanpaolo, pubblico è bello
Le società di trasporto pubblico locale partecipate da almeno un’amministrazione pubblica (Stato, Regioni ed Enti Locali), sia direttamente che indirettamente, sono 114, a queste si aggiungono 44 società partecipate, che svolgono servizi collegati al TPL (Agenzie, holding, società patrimoniali, etc). Rappresentano l’11,2% delle complessive 1.020 società che producono servizi di TPL. ). Negli ultimi nove anni (2010-2018), Il numero delle società partecipate è sceso da 160 a 114 (-28,7%). Negli ultimi cinque anni (2012-2016) sono diminuiti i costi operativi per km (-1,89%) . Nel 2016, l’87% delle società partecipate di TPL chiude con il bilancio in utile, con un miglioramento netto tenuto conto che nel 2009 solo il 54% delle aziende chiudeva il bilancio in attivo. Il confronto 2015-2016 mostra un aumento del numero dei passeggeri trasportati sul territorio nazionale (+1,3%), mentre diminuiscono i chilometri percorsi (-1,6%) e si riducono sia il numero dei mezzi di trasporto (-1,6%) che la forza lavoro (-1,1% degli addetti). Dall’analisi condotta sulle partecipazioni comunali nelle società operanti nel settore del trasporto pubblico locale risulta che nel 2015 i comuni italiani detengono 3.311 partecipazioni in 94 società. Il fenomeno sembra essere maggiormente rilevante nelle realtà del nord e del centro del paese. Si registra la prevalenza delle partecipazioni indirette (circa 4,2 volte in più rispetto a quelle dirette). I comuni che partecipano in una o più delle società di trasporto analizzate sono 1.761.
Asstra e Intesa Sanpaolo, il mercato tpl
Da un primo confronto tra i dati sulle partecipazioni comunali e sulle modalità di affidamento del servizio TPL da parte dei comuni emerge che solo il 6% dei comuni partecipanti è anche il committente del servizio, e soltanto 37 su 94 società di trasporto sono affidatarie del servizio da parte dei comuni. Dall’analisi economico-patrimoniale (condotta sulle 89 società per le quali si dispone dei dati di bilancio 2016) risulta che nel settore sono occupati 47.093 dipendenti. Il costo medio del personale (45.891 euro) è inferiore a quello registrato per il complesso delle partecipate (53.910 euro), mentre l’incidenza del costo lavoro sul valore di produzione è pari a circa il 48%,. Oltre l’80% delle partecipate comunali è in utile (72 società su 89). Nonostante le aziende con un risultato economico positivo siano un numero sensibilmente più alto rispetto a quelle in perdita, esse registrano un utile complessivo pari a soltanto 112,3 milioni di euro, mentre le poche società in rosso conseguono una perdita che si attesta, nel 2016, ad oltre 221 milioni di euro. Il ROE è positivo per l’86,4% delle partecipate comunali nel TPL.